L'avvento di Internet ha portato all'avanzamento di innumerevoli tecnologie che oggi sono diventate quotidianità. Dagli smartphone alle app social, assistenti vocali, smart tv, e filtri per creare video divertenti.

Una delle tecnologie che si fanno più sentire ultimamente si chiama Deep Fakes. In breve è una delle tecnologie che alimenta i filtri come "face-swap", quello in cui è possibile sostituire il proprio volto con quello di qualcun altro. Deep Fakes è in grado di elaborare video sostituendo il volto dei partecipanti con uno a piacere con precisione e realismo a dir poco stupefacenti.

Accade così che alle attrici di film pornografici vengono sostituiti i volti di persone esterne all'industria: madri, ex ragazze, donne in carriera imprenditoriale o politica. Basta cercare le loro foto sui social network, darle in pasto ad un algoritmo e il gioco è fatto. Abbiamo un film porno con protagonista la fantasia del momento.

L'anno scorso avevo già scritto un post sull'argomento, eppure ogni giorno emergono nuovi casi, nuove vicende, nuovi esempi di come la tecnologia venga utilizzata nel peggiore dei modi.

La cosa che fovrebbe far pensare è la percentuale delle vittime: 100% sono Donne.

Tutte.

Questo fenomeno sta dilagando fuori controllo.

Nel 2020 è stato riscontrato un bot di Telegram (l'app alternativa a WhatsApp se vogliamo) in cui erano presenti video manipolati con DeepFakes. Il numero delle vittime superava le 100.000.

Cento mila.

Donne, ragazze, persino minorenni.

Tutte donne.

Sebbene ora sembri esserci una proposta di legge, l'esperienza insegna che sia ormai troppo tardi per cercare di imbrigliare il problema con una legge ad hoc.

Perché si sa: se un uomo finisce in un film porno, è un eroe. Se ci finisce una donna, è una troia.

La violenza sulle donne non è solo fisica.

Prima di tutto è psicologica.

E l'uomo sembra godere parecchio nel trovare i modi più spregevoli per condurre la propria opera di violenza.

- Deepfake, deepnude e violenza sulle donne
- Deepfakes sta rovinando la vita di molte donne (in inglese)

Foto di copertina: Mika Baumeister on Unsplash