Glossario BDSM: Clisteri - FemDom il Regno

 
Ultimo aggiornamento 20/07/2020 10:04:36

Clisteri

In inglese: Enema

Cenni generali

Il clistere o enteroclisma è una pratica usata in campo medico volta a liberare l'ultimo tratto dell'intestino a scopo diagnostico, in prossimità di un intervento chirurgico o semplicemente per una momentanea difficoltà ad evacuare dovuta alla presenza di un fecaloma ostruttivo traumatizzante. Questa pratica è di uso saltuario anche a casa nel caso abbiano temporaneamente difficoltà ad andare di corpo.

L'attrezzo per praticarlo è costituito da un contenitore in gomma a forma di pera, terminante con un beccuccio da introdurre nell'ano, per la sua forma questa pratica casalinga è chiamata anche "peretta"; per evitare lesioni durante l'inserimento, viene lubrificato il beccuccio e il punto di introduzione. Il liquido da introdurre può essere acqua tiepida mista a olio, glicerina o soluzioni lassative, consigliate del medico o del farmacista. Una pratica similare fatta con regolarità a intervalli di tempo variabili, è costituita dall'enteroclisma, una pratica igienica volta a pulire a fondo il retto e dare sensazione di benessere. In questo caso il liquido introdotto è in quantità maggiore, 1,5 o 2 litri, può essere semplice acqua con l'aggiunta di sostanze rinfrescanti ed essenze profumate. L'attrezzo, in questo caso, è costituito da un contenitore a forma di sacca, provvisto di un rubinetto collegato ad un tubicino flessibile di lunghezza appropriata, terminante con una cannula rigida. La sacca viene posizionata più in alto rispetto al corpo; introdotta la cannula e aperto il rubinetto, il liquido fluisce nell'intestino per effetto della forza di gravità, con una velocità dipendente dall'altezza della sacca. Solitamente viene preferito un flusso molto lento, in modo da permettere alle anse dell'intestino di adattarsi a ricevere tutta la soluzione senza interruzioni. Solitamente per ricevere il clistere, la persona si posiziona sdraiata a pancia in giù.

Nel caso dell'enteroclisma, data la maggiore quantità di soluzione introdotta, viene preferita la posizione sdraiata su un fianco, in tal modo il ventre non comprima l'intestino. Un'altra posizione adottata, solitamente effettuata per comodità nel bagno di casa, consiste nell'inginocchiarsi sul pavimento sopra un asciugamano e portando in basso la testa, in tal modo si pone l'intestino nelle migliori condizioni per ricevere il flusso. In entrambi i casi, terminata l'introduzione, possono essere eseguiti leggeri massaggi sulla zona del ventre fino alla comparsa dei primi stimoli di evacuazione, la quale avviene generalmente con brevi scariche a intervalli più o meno brevi. Tutta la procedura può essere ripetuta immediatamente, anche tre volte di seguito. Clistere ed enteroclisma è possibile farseli da soli, comunque la collaborazione di una seconda persona, agevola notevolmente l'operazione.

Clisteri nella sfera BDSM c/o erotica

Nella sfera erotica, parafilia per i clisteri è nota come “klismaphilia”. La pratica è del tutto simile all’enteroclisma, tuttavia le finalità possono essere differenti. La pratica del clistere, infatti, è tipicamente applicata prima di attività quali penetrazione anale, proprio per pulire l’ultimo tratto di intestino, per intensificare le sensazioni derivanti da pratiche come anilingus, sesso anale, ridurre il possibile rischio di infezione o trasmissione batterica o – anche più comunemente – evitare che i genitali o accessori si sporchino nell’arco della pratica. La pratica in questo caso è del tutto simile a quella descritta di sopra.

Esistono pratiche in cui il sub viene sottoposto a clistere per finalità diverse come resistenza o sconforto. Nel primo caso, al sub vengono praticati clisteri a seguito dei quali è richiesto di trattenere i fluidi. La capacità di trattenimento dei fluidi del sub è ovviamente inversamente proporzionale alla quantità di liquidi immessi nell’intestino: maggiore è la quantità di acqua, minore sarà la capacità del sub di trattenerli a lungo nel corpo. Nel secondo caso (finalizzati allo sconforto) il liquido nel corpo del sub viene trattenuto con l’ausilio di accessori studiati appositamente. Esistono infatti degli ugelli sagomati in gomma o acciaio che, una volta terminata l’immissione di liquido, non ne consentono l’espulsione. Nel corso del tempo sono stati sviluppati svariati ugelli con il fine di trattenere i liquidi nel corpo, di sagome e materiali diversi. Nella foto di fianco viene riportato un ugello con due sezioni che si gonfiano, una all’interno del retto, ed una all’esterno, a formare una barriera pressoché ideale per il fine preposto. Il trattenimento forzato di liquidi comporta automaticamente nel sub una serie di crampi intestinali che aumentano di intensità con il passare del tempo.

Nell’uomo in particolare, il rigonfiamento della parte bassa dell’intestino e del retto, dovuto al liquido che viene “spinto” dai muscoli, provoca una pressione sulla prostata, sulla sacca seminale e sulla vescica. È possibile sfruttare questa condizione anche per incrementare gli effetti di altre pratiche che si concentrano su quelle zone (mungitura, provocazione e negazione dell’orgasmo, controllo della vescica).

La temperatura dei liquidi riveste un ruolo estremamente importante nella pratica stessa. Più è bassa la temperatura del liquido immesso, maggiore sarà l’effetto dei crampi intestinali e, inversamente, minore sarà la capacità del sub di accettare quantità di liquido stesso. Al contrario, se l’acqua è tiepida o più calda, la muscolatura e l’intestino tendono a distendersi, rendendo il corpo più incline ad accogliere quantità di acqua maggiori.

Soluzioni

Il liquido immesso nel colon può essere acqua oppure una soluzione di acqua con sostanze addizionali. Le soluzioni possono prevede sapone in zolletta (non utilizzare assolutamente saponi liquidi o detersivi di alcun genere!!!), soluzioni saline preposte oppure bicarbonato.

Sono anche note e praticate introduzioni di bevande all’interno del colon (latte, vino, birra, ecc.). Va notato che l’introduzione nell’intestino, tramite clistere, di bevande alcoliche facilita l’assimilazione dell’alcol da parte del corpo umano. Questo ne incrementa particolarmente la sensibilità all’alcol, di conseguenza è bene osservare i limiti alla pratica. L’introduzione di sostanze effervescenti (spumante, birra) provoca al sub, oltre ad una intensa sensazione di disagio, anche un rigonfiamento dell’intestino derivante dall’aria che si genera dall’effetto effervescente della sostanza stessa. Questo tipo di clisteri è consigliato in quantità moderata (per quanto concerne la quantità di liquido immesso) e solamente dopo una pulizia accurata dell’intestino, al fine di evitare problemi intestinali (vedi “Precauzioni” di seguito).

Tra le soluzioni utilizzate per praticare clisteri esiste anche l’utilizzo di caffè. Questa pratica è del tutto salutare e non pericolosa quando praticata correttamente, e aiuta il corpo all’espulsione di tossine dal corpo.

Precauzioni

È bene sottolineare che il trattenimento prolungato di acqua all’interno dell’intestino può provocare danni ad esso, soprattutto se il soggetto sottoposto a questa pratica non è stato abituato o “educato” nella pratica stessa. Un soggetto non abituato non sarà in grado di trattenere a lungo nemmeno quantità ridotte di liquidi, mentre un soggetto educato, verosimilmente, sarà in grado di trattenerne una quantità superiore.

La pratica impropria dei clisteri può provocare l’alterazione del bilancio elettrolitico (se praticato troppo frequentemente) oppure la lacerazione dei tessuti interni, con conseguente sanguinamento dei tessuti stessi. Quest’ultima condizione espone l’intestino al rischio di infezione batterica. Le emoraggie intestinali possono non essere visibili ad occhio, ma sono tipicamente accompagnate da feci di colore nero, più scuro del normale oppure con segni di rosso. Qualora vi fosse il sospetto di un’emorragia intestinale è necessario contattare immediatamente un medico. I clisteri non vanno altresì praticati in caso di dolore intestinale o infiammazione dell’appendice.

Fonte: il Regno.

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