Mi capita spesso di riflettere sul mio modo di vivere alcune pratiche bdsm o femdom, e mi ritrovo di sovente a non comprendere del tutto le mie sensazioni.
Come penso a quasi tuttə, adoro la castità e le sensazioni che regala, nonché al feeling che si crea tra la persona Dom e chi sta sotto.
E fin qui tutto bene.
Il problema si pone nel momento in cui non so più se il piacere che provo sia realmente dovuto all'astinenza, alla speranza che finisca oppure provo piacere solo quando vengo?
In linea teorica, chi é slave/sub (et simila) dovrebbe godere della propria sofferenza e non della fine di essa. E qui inzia il paradosso:
Tralasciando le problematiche mediche, il mio target é, per quanto concerne la castità maschile, di arrivare a rimanere in castità vita natural durante, poco mi importa se si diviene impotenti e se é possibile riscontrare una diminuzione della lunghezza del pene etc etc. Quindi diamo per assodato che mi provoca un'eccitazione fortissima.
Il problema é che spesso durante la castità, penso a quando finirà, e questa idea é in netto contrasto con il mio obbiettivo principale. Questo pensiero, a volte, é talmente totalizzante, da desiderare di farmi venire, sapendo che solo eiaculando avrò una reale soddisfazione.
Ecco questa successione di sensazioni e pensieri "ossimorosi" (amo i neologismi a cazzo) mi destabilizza e spesso mi blocca.
Forse non sono un vero sub?
Forse non ho compreso bene ciò che desidero?
Forse sono solo un virtual pipero?
Non ho una risposta, tranne la certezza di sapere cosa desidero, ma probabilmente non ne conosco le motivazioni.
Se qualcuno volesse esprimere la sua opinione, sarà per me un piacere leggere e riflettere sul mio essere.
Grazie.